• Strategie e agricoltura in Alto Adige



    Ho letto di recente una notizia sulla promozione del Marchio di Qualità Alto Adige per il pane: ogni venerdì, le panetterie certificate sfornano uno speciale pane preparato con Regiograno, un grano coltivato interamente in Alto Adige.

    Cos’è Regiograno?
    È un progetto avviato nel 2011 con l’obiettivo di rilanciare la coltivazione dei cereali in Alto Adige. Basti pensare che, intorno al 1900, quando molti masi erano ancora autosufficienti, la coltivazione di cereali era parte integrante dell’economia agricola locale.

    Oggi, i numeri legati a Regiograno iniziano a diventare significativi:

    • 5 tipologie di cereali: segale, farro, orzo, grano saraceno, avena
    • ~340 tonnellate raccolte ogni anno, su circa 100 ettari totali
    • 60 agricoltori coinvolti nella coltivazione
    • 20 panifici e pasticcerie che trasformano la farina in prodotti da forno di qualità

    Se guardiamo il dato “macro”, su circa 270.000 ettari di superficie agricola in Alto Adige (di cui 200.000-240.000 sono pascoli e prati permanenti, 18.000-19.000 frutteti – principalmente meleti – e 5.500-6.000 dedicati ai vigneti), quei 100 ettari di cereali potrebbero sembrare poca cosa. Tuttavia, la strategia di adattamento e diversificazione di fronte alle sfide del cambiamento climatico è il vero punto di forza di progetti come Regiograno:

    1. Adattamento climatico:

      • La vite e altre colture si spostano progressivamente a quote più alte con l’innalzamento delle temperature.
      • Cereali rustici (segale, farro, orzo) e pseudo-cereali (grano saraceno) richiedono meno acqua e possono adattarsi meglio a condizioni più secche, offrendo un vantaggio in periodi siccitosi.
    2. Diversificazione agricola:

      • In un territorio specializzato in mele e uva, puntare anche sui cereali rende l’economia agricola più resiliente. Se un settore subisce danni da eventi climatici o di mercato, avere più colture aiuta a compensare le perdite.
    3. Filiera corta e riduzione delle emissioni:

      • Coltivando cereali localmente si riducono i trasporti a lungo raggio, con un impatto ambientale minore. Inoltre, si valorizza il territorio e la tradizione.

    Conclusione:
    Progetti come Regiograno dimostrano come qualità, tradizione e sostenibilità possano convivere, offrendo nuove opportunità agli agricoltori e prodotti di eccellenza ai consumatori. Non si tratta solo di numeri, ma di una visione che punta a rafforzare la filiera locale, preservare il paesaggio alpino e rispondere in modo intelligente alle sfide del cambiamento climatico.