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NEWS

  • I sogni, anche i più audaci, possano lasciare un segno indelebile


    Nel 1923, in una piccola bottega di Bolzano, Anna Waldner, una giovane di 27 anni con un sogno troppo grande per il suo tempo, passava le giornate a mescolare erbe e spezie. Figlia di un apicoltore e di una sarta, Anna aveva ereditato dal padre l’amore per la natura e dalla madre la precisione dei dettagli.

    Un giorno, mentre osservava le api lavorare instancabilmente, ebbe un’idea rivoluzionaria: creare un balsamo per le labbra che fosse naturale, curativo e che ricordasse il profumo dei prati di montagna. Fu così che nacque il primo prototipo del suo prodotto, che lei chiamò "Bacio d'Alpe".

    All’inizio, Anna preparava ogni singolo balsamo a mano, versando le miscele in piccoli contenitori di metallo che decorava con fiori pressati. La voce si sparse: donne di tutte le valli venivano da lei per acquistare quel piccolo miracolo che rendeva le labbra morbide anche nei gelidi inverni alpini.

    Ma Anna non si fermò lì. Nel 1931, dopo aver vinto un piccolo premio locale per l’innovazione, investì tutto quello che aveva in una macchina per la produzione su scala più ampia. Nonostante lo scetticismo di molti, riuscì a stringere un accordo con una rete di venditori ambulanti, che iniziarono a portare il suo "Bacio d'Alpe" in tutta Italia.

    Il suo grande successo arrivò negli anni ’50, quando un famoso fotografo milanese immortalò una diva del cinema mentre applicava il balsamo sul set di un film. Fu la consacrazione: "Bacio d'Alpe" diventò un simbolo di bellezza e cura.

    Oggi, l’azienda fondata da Anna Waldner, ribattezzata "Waldner Naturals", è un marchio globale, fedele alle sue radici. I prodotti vengono ancora realizzati seguendo le antiche ricette di Anna, con un packaging minimalista che celebra i prati alpini. E ogni confezione riporta una sua frase:

    "Il segreto della bellezza è prendersi cura di sé con la stessa passione con cui la natura ci cura ogni giorno."

    Anna non lasciò eredi, ma il suo spirito vive in ogni balsamo venduto. Un piccolo ricordo di una donna che, con coraggio e un pizzico di follia, trasformò un sogno in una storia eterna.

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    Nota: Questa storia è frutto di fantasia, creata per ispirare e raccontare come i sogni, anche i più audaci, possano lasciare un segno indelebile.

  • Strategie e agricoltura in Alto Adige



    Ho letto di recente una notizia sulla promozione del Marchio di Qualità Alto Adige per il pane: ogni venerdì, le panetterie certificate sfornano uno speciale pane preparato con Regiograno, un grano coltivato interamente in Alto Adige.

    Cos’è Regiograno?
    È un progetto avviato nel 2011 con l’obiettivo di rilanciare la coltivazione dei cereali in Alto Adige. Basti pensare che, intorno al 1900, quando molti masi erano ancora autosufficienti, la coltivazione di cereali era parte integrante dell’economia agricola locale.

    Oggi, i numeri legati a Regiograno iniziano a diventare significativi:

    • 5 tipologie di cereali: segale, farro, orzo, grano saraceno, avena
    • ~340 tonnellate raccolte ogni anno, su circa 100 ettari totali
    • 60 agricoltori coinvolti nella coltivazione
    • 20 panifici e pasticcerie che trasformano la farina in prodotti da forno di qualità

    Se guardiamo il dato “macro”, su circa 270.000 ettari di superficie agricola in Alto Adige (di cui 200.000-240.000 sono pascoli e prati permanenti, 18.000-19.000 frutteti – principalmente meleti – e 5.500-6.000 dedicati ai vigneti), quei 100 ettari di cereali potrebbero sembrare poca cosa. Tuttavia, la strategia di adattamento e diversificazione di fronte alle sfide del cambiamento climatico è il vero punto di forza di progetti come Regiograno:

    1. Adattamento climatico:

      • La vite e altre colture si spostano progressivamente a quote più alte con l’innalzamento delle temperature.
      • Cereali rustici (segale, farro, orzo) e pseudo-cereali (grano saraceno) richiedono meno acqua e possono adattarsi meglio a condizioni più secche, offrendo un vantaggio in periodi siccitosi.
    2. Diversificazione agricola:

      • In un territorio specializzato in mele e uva, puntare anche sui cereali rende l’economia agricola più resiliente. Se un settore subisce danni da eventi climatici o di mercato, avere più colture aiuta a compensare le perdite.
    3. Filiera corta e riduzione delle emissioni:

      • Coltivando cereali localmente si riducono i trasporti a lungo raggio, con un impatto ambientale minore. Inoltre, si valorizza il territorio e la tradizione.

    Conclusione:
    Progetti come Regiograno dimostrano come qualità, tradizione e sostenibilità possano convivere, offrendo nuove opportunità agli agricoltori e prodotti di eccellenza ai consumatori. Non si tratta solo di numeri, ma di una visione che punta a rafforzare la filiera locale, preservare il paesaggio alpino e rispondere in modo intelligente alle sfide del cambiamento climatico.

  • Eventi in programma in Trentino Alto Adige dal 03/03/2025 al 09/03/2025

     




    Eventi in programma

    Eventi in programma

    IDM Südtirol
    04 marzo 2025
    Digital Sales
    Come distinguersi nel commercio digitale internazionale e ottenere un successo a lungo termine? Con una guida pratica su strategia, pianificazione e implementazione, questo workshop ha l’obiettivo di informarvi sulle migliori strategie per massimizzare il potenziale del vostro business online, che operiate nel B2C o nel B2B. Basi dell’e-commerce: i concetti fondamentali di ogni business online.
    Maggiori dettagli
    NOI Techpark
    05 marzo 2025
    Roadshow FoodSeed - Bolzano
    FoodSeed è l'acceleratore Foodtech della Rete Nazionale di CDP Venture Capital SGR. Un programma che promuove l’eccellenza e l’innovazione nell’industria agroalimentare italiana.
    Maggiori dettagli
    IDM Südtirol
    05 marzo 2025
    La Svizzera: tanto simile, ma tanto diversa!
    9:00 – 12:30 Evento informativo 13:00 – 17:00 Consulenze individuali La quota delle esportazioni in Svizzera rispetto al volume delle esportazioni complessivo dell’Alto Adige ammonta a circa il 5%. La Svizzera occupa così il 5° posto del ranking delle esportazioni altoatesine, ma possiede un grande potenziale di risalita in vetta alla classifica.
    Maggiori dettagli
    Trentino Sviluppo
    06 marzo 2025
    Quinto incontro di Riflessioni: l’America di Trump e il rapporto con l’Europa
    L’appuntamento è fissato per giovedì 6 marzo 2025 alle ore 18:00 a Trento presso la Sala Nones di Palazzo Benvenuti in via Belenzani 12. L’ingresso è libero per tutti gli interessati.
    Maggiori dettagli
    NOI Techpark
    06 marzo 2025
    Software Developer's Thursday
    c3nav: online maps with routing to your venue Daniele Gobbetti & Emily Louise Simonis Ever missed an exciting talk or workshop at a conference because you couldn't find your way? Join our March session and learn more about c3nav - a tool that helps people find their way around multiple floors and spaces: c3nav is used at the biggest free software-oriented conferences like FOSDEM, the Chaos Computer Club...
    Maggiori dettagli
    Trentino Sviluppo
    08 marzo 2025
    L’8 marzo, Progetto Manifattura si racconta con voce di donna
    La partecipazione è libera e gratuita, previa iscrizione al seguente LINK. La visita durerà circa 2 ore.
    Maggiori dettagli
  • ChatGPT: roba da anziani digitali?




    Ho una confessione da fare: sono innamorato della tecnologia, ma di tanto in tanto, mi chiedo se non stiamo esagerando. Soprattutto quando si tratta del nostro caro amico ChatGPT. La verità è che sembra che oggi molte persone usino ChatGPT come una sorta di salvavita per il pensiero

    "Non so qual è la risposta? Nessun problema, basta chiedere a ChatGPT!" Sempre pronto a rispondere, sempre a portata di click. È come avere un mentore virtuale che sa tutto, giusto? Ecco il mio dubbio: stiamo diventando troppo pigri per usare il nostro cervello? 

    E mi chiedo se i giovani d'oggi stiano diventando un po' troppo "vecchi dentro" perché, quando eravamo giovani, avevamo una voglia incredibile di esplorare, sperimentare, e sì, anche di sbagliare. Cadendo si impara a rialzarsi e a crescere, e ora sembra che la risposta sia solo a una domanda di distanza

    Forse dobbiamo ricordarci che la vera innovazione non deriva da ChatGPT, ma dalla nostra curiosità e creatività. ChatGPT è un'ottima risorsa, ma non dovrebbe sostituire il nostro desiderio di inventare, esplorare e affrontare nuove sfide. 

    Quindi, sì, possiamo usare ChatGPT, ma ricordiamoci di non diventare degli "anziani digitali" prima del tempo. Continuiamo a sfidare noi stessi a pensare in modo indipendente, a innovare, e a imparare dalle nostre cadute. È così che continueremo a prosperare, indipendentemente dalla tecnologia che ci circonda. 

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    Autore: Marco Domizio
    E' Innovation Manager certificato da Bureau Veritas e può supportarvi nell’analisi e valutazione delle attuale livello e capacità aziendale di innovare, individuare e attivare le leve necessarie per aumentare la competitività aziendale.
  • Cosa fare per adempiere alla normativa sui cookie

    Come è noto, entro il 10 gennaio 2022, tutti i siti web dovranno adeguarsi alle nuove regole definite nelle "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento" pubblicate dal Garante per la privacy lo scorso 10 giugno 2021.

    Per capire esattamente cosa è necessario fare, inizialmente è sufficiente seguire questa semplice tabella riepilogativa:



    Semplice? No assolutamente!

    Il fatto è che solamente per determinare se il proprio sito rilascia dei cookies, indipendentemente dal tipo, non è cosa semplice.

    Il problema che molte volte viene sottovalutato è quello relativo alle implicazioni dell'utilizzo dei cookies con il trattamento dei dati, ovvero con la normativa del GDPR.

    I nostri consulenti sono a disposizione per un analisi preliminare del vostro sito e determinare cosa è necessario fare. 


  • L'innovazione ha le sue regole


    A volte si parla molto (troppo?) di innovazione, dimenticandosi che fondamentalmente l'innovazione è una questione "sistemica". 
    Come ho già avuto modo di scrivere, un'organizzazione può innovare in modo più efficace ed efficiente se tutte le attività necessarie sono gestiti come un sistema che deve essere governato da un processo. 
     Da qualche mese, è stata finalmente pubblicata la norma ISO 56000 sui sistemi di gestione dell'innovazione (IMS), un insieme di procedure standard operative che forniscono una guida generale per tutti i tipi di innovazione (prodotto, servizi, processi e modelli di business), metodi (incrementale, radicale), tipi di approccio (interna, open) e per tutte le attività di innovazione (basata sull'utente, sul mercato, sulla tecnologia e sulla progettazione). 
    Al fine di garantire che le iniziative e i processi di innovazione siano adeguatamente supportati e che le opportunità e i rischi siano identificati e affrontati da un organizzazione, la norma prevede uno specifico ciclo Plan-Do-Check-Act (PDCA) per guidare il miglioramento continuo del sistema di gestione dell'innovazione. 
    Il ciclo PDCA può essere applicato a tutto il sistema di gestione dell'innovazione o solo ad una sua parte ed il diagramma seguente mostra come le varie sezioni dello standard possono essere raggruppate in relazione al ciclo PDCA. 

    La norma ISO56000 e ciclo PCDA Prima di tutto, come si vede, il ciclo è inserito nel contesto dell'organizzazione (Sezione 4) e guidato dalla sua leadership (Sezione 5). Nello specifico, il contesto dell'organizzazione determina e definisce chiaramente le esigenze e le aspettative delle parti interessate in materia di innovazione (inclusi l'ambito, il tipo, l'area e la categoria), mentre la leadership copre la parte strategica dell'innovazione, nonché i ruoli organizzativi e le responsabilità e le autorità. Entrando nel ciclo PDCA, è necessario: 
    • PLAN: Progettare il sistema di gestione dell'innovazione, stabilire gli obiettivi e determinare le azioni necessarie per affrontare opportunità e rischi (Sezione 6) 
    • DO: Implementare il sistema di gestione dell'innovazione e ciò che è previsto in termini di support e operazioni (Sezione 7 e Sezione 8) 
    • CHECK: Misurare le prestazioni del sistema di gestione dell'innovazione, monitorando e misurando i risultati rispetto agli obiettivi (Sezione 9) 
    • ACT: Migliorare il sistema di gestione dell'innovazione, adottando misure per migliorare continuamente le prestazioni dell'IMS (Sezione 10).
    Quest'anno sono già state pubblicate: 
    • ISO 56002:2019, Innovation management — Innovation management system — Guidance 
    • ISO 56003:2019, Innovation management — Tools and methods for innovation partnership — Guidance 
    • ISO/TR 56004:2019, Innovation Management Assessment — Guidance 
    Lo sviluppo degli altri standard della serie comprende: 
    • ISO/DIS 56005, Innovation management — Tools and methods for intellectual property management — Guidance 
    • ISO/CD 56006, Innovation management — Strategic intelligence management — Guidance ISO/AWI 56007, Innovation management — idea management 
    • ISO/AWI 56008, Innovation management — tools and methods for innovation operation measurements — Guidance.
  • Come misurare la capacità di innovare di un organizzazione


    La capacità di innovare di una qualsiasi organizzazione è il fattore chiave per una crescita nel tempo, maggiore redditività economica e sviluppo. 
    Ma come possiamo definire questa capacità? 
    In generale, un organizzazione innovativa dovrebbe essere in grado di comprendere e rispondere alle condizioni mutevoli del proprio contesto per poter perseguire nuove opportunità, facendo leva sulla conoscenza e sulla creatività delle persone all'interno dell'organizzazione stessa, anche con collaborazioni esterne. 
    Un'organizzazione può innovare in modo più efficace ed efficiente se tutte le attività necessarie sono gestiti come un sistema che deve essere governato da un processo
    Siamo così arrivati a definire che la capacità di innovare di un organizzazione è pari alla capacità di definire e gestire un processo di innovazione

    Molti esperti del settore indicano il processo come rappresentato di seguito. 


    Il processo è trasversale nell'organizzazione ed è indipendente da questa e le 6 dimensioni principali sono misurabili e rappresentabili graficamente: 


    Per misurare costantemente le varie dimensioni del processo come sopra indicato e verificare nel tempo le variazioni, in collaborazione con gli esperti di Sigma Experience è stato messo a punto un sistema basato su 50 variabili rilevabile attraverso un semplice survey
    Se volete avere maggiori informazioni a riguardo, contattatemi e sarò lieto di rispondervi.

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    Autore: Marco Domizio
    E' Innovation Manager certificato da Bureau Veritas e può supportarvi nell’analisi e valutazione delle attuale livello e capacità aziendale di innovare, individuare e attivare le leve necessarie per aumentare la competitività aziendale.
  • Innovazione, competetività e metodologia

    Perché innovare

    L'innovazione è uno degli ingredienti fondamentali del vantaggio competitivo di un azienda.
    In particolare, è una componente immateriale e intangibile difficilmente replicabile da parte dei concorrenti, composta da invenzioni e frutto di idee che le persone e i gruppi di lavoro di un'azienda cercano di trasformare in valore, ovvero opportunità di business.

    L’innovazione e’ quindi la dimensione applicativa di una invenzione o di un'idea.

    E’ vero anche che alcune statistiche dicono che su 3000 nuove idee, solo 300 sono valutate, 125 diventano piccoli progetti sperimentali e 4 idee vengono affrontate con veri progetti di sviluppo. Alla fine di questo percorso, solo 2 prodotti vengono lanciati sul mercato e uno diventa di successo. Insomma, al di là degli intenti, il successo non è immediato e il numero di fallimenti è elevato.

    L’invenzione è il punto di partenza dell’innovazione. Essa è sempre frutto di un percorso, cioè il tentativo di creare qualcosa che prima non esisteva non solo nella cultura aziendale, altrimenti sarebbe stata una scoperta. Prendiamo come esempio l'invenzione della ruota; questa, prima della sua invenzione, non esisteva né nella cultura umana né in natura (altrimenti sarebbe stata una scoperta). Invece l'America è stata una scoperta, in quanto già esisteva ed è stata frutto di quella capacità umana e mentale che oggi chiamiamo serendipità: in realtà Colombo cercava le Indie!
    Ma allora come può oggi un'azienda coltivare e sviluppare la capacità di inventare e gestire le idee per controllare e soprattutto accelerare il processo di trasformazione dell'idea in prodotti e servizi di successo? Occorre metodologia.

    Il processo di innovazione

    Una trasformazione o innovazione si concretizza nella creazione di un nuovo mercato, attraverso lo sviluppo di una nuova proposta di valore e, quindi, di un nuovo modello di business. 
    Questo modello deve realizzarsi tramite lo sviluppo di:
    • prodotti (beni e/o servizi) innovativi, presentati e/o combinati in maniera nuova per creare un’esperienza completamente diversa nei clienti;
    • processi innovativi per la produzione e/o la distribuzione di prodotti esistenti o nuovi che possano portare ad acquisire nuove fasce di clientela;
    • catene del valore innovative, per creare un nuovo spazio di mercato che, rendendo irrilevante la concorrenza, permetta un incremento di valore sia per l’impresa sia per il cliente.

    Da questa prima sommaria analisi, deduciamo due tipologie di innovazione:
    • distruttiva o radicale: l'introduzione di nuovi prodotti o servizi danno origine a nuove aziende, oppure essere causa di modifiche considerevoli all'interno di un'intera impresa (vedi ad esempio Airbnb e Uber);
    • incrementale o di sostegno: a differenza della prima, comprende la modifica, semplificazione, consolidamento e miglioramento di prodotti, processi, servizi e attività di produzione e distribuzione già esistenti. Un esempio concreto che spiega bene le conseguenze di una mancata innovazione a sostegno è sicuramente Blockbuster, incapace di leggere e reagire alla minaccia di Netflix, con il conseguente tracollo.

    Come innovare

    Il processo d’innovazione può essere articolato in 5 fasi: 
    • Ricerca di base: è un’attività finalizzata all'aumento delle conoscenze senza diretti fini applicativi, basata sulla pura curiosità intellettuale e sulla volontà di scoprire le leggi e meccanismi fondamentali che spiegano i fenomeni della natura e umani. La ricerca di base esplora ciò che è sconosciuto, ampliando il campo del possibile, e produce conoscenza per lo più generale e teorica.
    • Ricerca applicata: in questo caso, la ricerca viene finalizzata ad ottenere determinati risultati applicativi e a esplorare strade e metodi alternativi per realizzare fini pratici. Produce modelli, metodi e prototipi. E’ il primo momento in cui l’invenzione inizia a trasformarsi in innovazione.
    • Sviluppo: in questa fase del processo innovativo, l'obiettivo è passare dalla fase prototipale alla vera e propria fase di produzione anche con una finalità commerciale, cioè con l'obiettivo di realizzare un nuovo prodotto o servizio da vendere o una nuova tecnologia da applicare nel processo produttivo.
    • Produzione: avviene ora il mutamento da invenzione a innovazione. Infatti in questa fase, ciò che è stato ideato e sviluppato attraverso la ricerca nelle tre fasi precedenti viene declinato nei processi produttivi delle imprese. A questo punto l’innovazione è pronta ad essere introdotta sul mercato. 
    • Marketing: E’ l’atto conclusivo del processo, dove l’innovazione viene commercializzata sul mercato. 
    Alcune di queste fasi saranno probabilmente interne all’azienda, mentre altre oggi seguono il modello dell’Open Innovation e l’incubazione di startup innovative.

    Il successo dell'innovazione

    La chiave del successo nell’attività innovativa non risiede tanto nel disporre di una tecnologia, quanto nell’imprimere la direzione giusta al processo di cambiamento.

    Il vero vantaggio che l’impresa possiede è la capacità di riconoscere ed interpretare correttamente i segnali dell’ambiente che la circondano, minacce e opportunità, definire una strategia, acquisire o generare la conoscenza e le risorse tecnologiche necessarie per applicare il cambiamento e, infine, apprendere dall’esperienza.

    La gestione dell’innovazione, nella definizione e nel modo in cui tutte queste attività si integrano, diventa così uno strumento per perseguire il successo e lo sviluppo dell’impresa.
    Gestire l’innovazione significa organizzare e dirigere le risorse umane ed economiche al fine di stimolare la creazione di nuova conoscenza, la generazione di idee che permettano di ottenere nuovi prodotti, processi e servizi, o che consentano di migliorare quelli già esistenti. Significa guidare il trasferimento di queste stesse idee alle fasi di produzione, distribuzione e utilizzo.

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    Autore: Marco Domizio
    E' Innovation Manager certificato da Bureau Veritas e può supportarvi nell’analisi e valutazione delle attuale livello e capacità aziendale di innovare, individuare e attivare le leve necessarie per aumentare la competitività aziendale.

  • #CELAFAREMO


    Anche noi abbiamo paura, ci sentiamo sospesi e in alcuni momenti guardiamo al futuro con molti dubbi e domande.
    Sappiamo che a causa del coronavirus molte attività sono ora chiuse e la ripartenza sarà con grandi difficoltà.

    Ma siamo convinti che una cosa è certa: insieme #celafaremo.
    E bisogna essere pronti e preparati per ricominciare.

    Per questo motivo, abbiamo deciso di reagire e anche noi vogliamo fare la nostra parte.

    Abbiamo deciso di mettere gratuitamente le nostre competenze a disposizione della tua azienda per definire un piano per ripartire.

    Come?
    Intanto insieme verificheremo quali sono le tue maggiori difficoltà e la situazione, partendo da un check up di come sei organizzato e come pianificare le prossime attività per ripartire per tornare a fare affari con i tuoi clienti.

    Scopri cosa facciamo e contattaci senza alcun impegno compilando il form qui.
    Ti aspettiamo.
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